segunda-feira, 25 de novembro de 2019

Il respiro di Venezia

BRUNO, Giuseppe. Il respiro di Venezia. Texto de Fernand Braudel. Verona: Cierre edizioni, 1987. Venezia di Fernand Braudel

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L’acqua, sempre l’acqua: è la matéria, il materiale dela città. E prima di tutto l’acqua della laguna, che di Venezia è la matrice. Ma chi lo sa? I canali, anche i più gloriosi, la cui imagine canta nella mostra memoria, sono conseguenze, non la causa prima.

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Venezia è Penelope com la sua tela. A questo prezo si è ingrandita e svilupata e, como se vi fosse posto per um solo sucesso urbano, le altre isole della laguna sono vissute ala sua ombra, come hannon poputo. Murano è divenuta l’isola sovrappopolata dei vetrai perché Venezia, a partire dal 1290, non há più tollerato presso di sé i pericoli di quell’arte fondata sul fuoco. Burano há vissuto umilmennte del lavoro dele sue merlettaie e dei suoi pescatori. Il Lido, strana isola costituita soltanto di uma língua di sabbia, è rimasto per molto tempo uma spiaggia deserta. Nel Cinquecento la Signoria vi faceva provare i suoi pezzi dell’artigleria, e i buoi importante dall’ Ungheria e dalla Polonia vi si riposavano dalle fetiche del loro interminabile viaggio prima di raggiungere i macelli dele Beccarie, vicino a Rialto.

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Dunque, per capire Venezia, basta guardar ela laguna dall’alto del campanille di San Marco o da um elicottero, ,oppure attraversarla com il vaporetto che scende, a sudovest, fino a Chioggia? Non è meglio passegiare lungo le sue rive, perdersi um po’? La laguna rappresenta le prime dimensioni della vita e della storia di Venezia; la laguna che la protege, la laguna che la invade com il flusso montante della sua marea e la spazza ririrandosi, la laguna, via del mondo. La língua di sabbia che lasbarra si apriva um tempo com cinque porte difficile da varcare. Oggi ne rimangono ter: San Nicolò, Malamocco e Chioggia. Per molto tempo Malamocco, la più importante, è stata il passagio obbligato, difficile e volutamente mantenuto tale. I veneziani, spiegava Montesquieu, “non osano rendere più profondo il canale di Malamocco per paura che vi entrino le flotte nemiche”.

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Il miracolo è che tali pintu di riferimento, che non hanno mail a stessa età, convivono e si confondono, rimescolando il passato e intersecandolo incessantemente. Non esistono linguaggi diversi, mas um sono linguaggio che di tutti si compone; non uma sola época, ma um accavallarsi di epoche. Ascoltiamo Le Corbuisier, che anche lui, a Veneza, há sognato. È su quella piazza San Marco della quale abbiamo visto tanto spesso l’imagine da trovarne naturali gli accostamenti. Eppure che lesione! “Venezia, piazza San Marco, “anota Le Corbuiser, “associazione límpida e brillante di epoche successive; Procuratie Vecchie, Procuratie Nuove, San Marco românica, com le cupole orientallegianti e i riami di um gótico slegato da qualsiasi altro; Il Campanile, il favoloso campanile...Il Palazzo Ducale com le sue colonne. Tutte le tecniche, tutti i material...Venezia offre la sua magistrale lesione di armonia”.

Torcello, Cattedrale di Santa Maria. XIII sec

Torcello. Cattedrale di Santa Maria. Capitello, represa in stile venetico di foggie antiche, XI sec.

Venezia. Chiostro dell’ex convento di Sant’Apollonia in stile românico, XII sec.

Venezia. Palazzo Cavalli-Franchetti XV secolo: ampliamento risalente al XIX secolo, Camillo Boito.

Venezia. Basilica di San Marco, parete del Tesoro verso la Piazzeta: marmi e plutei bizantini, IX-XI sec.

Venezia. Rio dei San Trovaso: piccola bifora in stile gótico fiorito

Venezia. Ca’ d’Oro: facciata in stile gótico veneziano, 1434

Venezia. Chies adi San Zaccaria: Primo livello della facciata in stile gótico, 1458-81. A. Gambello

Murano. Chiesa dei Santi Maria e Donato: pavimento a mosaico, 1140 ca

San Pietro in Volta. Architettura veneziana in laguna.

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